Togo, eroe (non più) dimenticato

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Togo, eroe (non più) dimenticato

Negli ultimi tempi si sta assistendo alla rivalutazione della figura di uno dei cani più famosi della storia: Balto. Parliamo del cane da slitta nel 1925 prese parte a un avventuroso salvataggio, possibile soltanto all’impegno e all’impiego di numerosi equipaggi di musher (conduttori di cani da slitta) e altrettante mute di cani. Ma partiamo dalla storia-avventura. Siamo nel 1925, una epidemia di difterite colpisce la cittadina dell’Alaska Nome, e sta già uccidendo diversi bambini. Le scorte di siero nella cittadina si sono ormai esaurite e il deposito di quest’ultime si trova soltanto ad Anchorage, a 1.700 km di distanza. Una cronaca precisa ce la fornisce un libro dal titolo “Quello che non dicono – storie di animali che ci insegnano a essere umani” scritto da Riccardo Cazzaniga ed edito nel 2023 da Rizzoli, nel quale appunto viene narrata nei particolari questa tragedia che ha decimato i giovanissimi di Nome. Impossibile portare il siero per nave, dato il ghiaccio di gennaio; impossibile per aereo, date le continue tempeste di neve, altrettanto impossibile via treno perché Nome non ha una stazione e la più vicina è a 1.000 km. Per cui è possibile soltanto tentare la sorte con slitte guidate da cani. Verranno messe in campo ben 22 mute con temperature di 40 gradi sotto zero, venti implacabili, e per la pianificazione, ed esecuzione, viene chiamato un famoso musher dell’Alaska, Leonhard Seppala, che cura i cani migliori per l’esploratore norvegese Amundsen. Invece dei 25 giorni normalmente impiegati per il percorso, se ne impiegheranno soltanto 6. In campo 150 cani e 18 musher, quasi tutti nativi Inuit. Il percorso fatto dalla muta di Seppala arriva a 400 km, e ormai è esausta. Cede, così come previsto, il carico di medicinali all’ultima, quella del musher Kaase, che guida due cani, Balto e Fox. Balto è normalmente adoperato soltanto per brevi consegne postali, in quanto non ritenuto all’altezza di grandi percorsi. Per cui è delegato a fare solo gli ultimi 85 km. Al contrario, i 400 km percorsi da Seppala sono stati portati avanti tutti da un altro cane eroe: Togo, che il suo padrone Seppala ha avuto modo di ammirare per le grandi doti di leader, di capomuta, conquistate sul campo. E del suo incredibile spirito di iniziativa nel portare a termine altre importanti missioni. Ma il destino premia chi arriva al traguardo, e la gente ha impersonificato la salvezza in quel Balto che è stato il primo a raggiungere Nome e salvare così, con le 300.000 dosi, i bambini della città. Purtroppo storie già accadute nel tempo. Si esalta chi alza la bandiera e non colui che è morto nell’ultimo assalto per la vittoria. Così Balto nel tempo ha conquistato tutti i ricordi: gli sono stati dedicati film, cartoni animati e una statua a Central Park a New York. Togo invece, che fu l’artefice della storia con una impresa quasi impossibile, cadde nell’oblio nonostante gli sforzi del suo musher Seppala, il quale cercò di portare in alto la sua impresa in tutti i modi. Ceduto a una sua amica allevatrice, Togo visse fino a 16 anni, finché una inesorabile malattia, nel dicembre del ’29, se lo portò via, alla presenza del suo inseparabile musher Seppala.

Togo, cane eroe finalmente ritornato alla gloria delle cronache, ha oggi anch’esso, come Balto, una statua nel Seward Park a Manhattan, con una targa che ricorda la sua impresa. Nel 2011 il New York Times lo ha nominato “l’animale più eroico di tutti i tempi”. La sua pelliccia è esposta nel Museo di Storia Naturale di Wasilla, in Alaska, accompagnata dalle parole del suo Seppala che lo definì così: “la sua forza, la sua intelligenza non avevano uguali. È stato il miglior cane da slitta che abbia battuto le piste dell’Alaska. Non ho mai avuto un cane migliore di Togo”. A ricordo di quell’impresa ogni anno si svolge nel mese di marzo, su un percorso di 1.600 km, una gara di cani da slitta tra le città di Anchorage e Nome. L’organizzatore, Joe Redington Sr, ha sempre voluto mantenere questo singolare evento per mantenere la tradizione dei cani da slitta, ormai sempre più minacciati dall’espansione delle motoslitte. Chi ha assistito almeno una volta a tale manifestazione avrà colto il grande entusiasmo degli stessi cani. Che già da fermi, in attesa della partenza, saltano per la smania di lanciarsi. Spesso la gara è stata contestata da animalisti vari, che accusano lo sfruttamento di tali animali. Ma nel loro entusiasmo pensiamo sia giusto individuare la grande passione e la forza di Togo, cane non più dimenticato e finalmente messo insieme agli eroi di altri tempi.

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Fonte: armietiro
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