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Sull’85enne che ha sparato ai rapinatori: vita reale contro utopie
Domenico Scarcella, 85 anni, ex finanziere residente a Bergamo, è sopravvissuto a una esperienza che non si augura al proprio peggior nemico: quella di essere violato nella più sacra delle proprie intimità, quella delle quattro mura domestiche, da una coppia di rapinatori albanesi di poco più di vent’anni. Questi ultimi, secondo le ricostruzioni attualmente disponibili, si sarebbero introdotti in casa sua verso le 21,30 a volto coperto, forzando una finestra con un piede di porco (probabilmente consapevoli che a quell’ora un eventuale allarme non fosse ancora stato attivato), per poi minacciare l’anziano, sul proprio letto, con un coltello per farsi dare i soldi. Il padrone di casa, tuttavia, sotto il cuscino aveva una pistola (più precisamente, sembra, un revolver), l’ha impugnata e ha sparato un colpo diretto verso l’alto, ferendo in modo non grave al collo uno dei due rapinatori e inducendo entrambi alla fuga. I rapinatori sono stati poi catturati dalle forze dell’ordine e arrestati, in quella circostanza si è scoperto che uno dei due era stato oggetto di un provvedimento di espulsione pochi anni or sono.
Si impongono alcune valutazioni
Per molti, Domenico è già considerato un eroe, mentre (ovviamente) per altri, cioè gli alfieri in servizio permanente effettivo del disarmismo totale, si avanzano già dubbi e ricostruzioni già opportunamente “orientate” a farlo passare per il “giustiziere de noantri” (ed essendo nella bergamasca bisognerà aggiungere un “pòta”). Per intanto, dovrà fronteggiare come “atto dovuto” l’accusa di lesioni.
A noi non interessa dare patenti di eroismo né fare valutazioni perentorie che, in questa fase, non possiamo permetterci di fare. Sarà l’inchiesta della magistratura a fare luce su tutti gli aspetti del caso. Occorre, tuttavia, fare alcune valutazioni di tipo squisitamente tecnico su quanto è avvenuto.
La prima valutazione è che, sempre più spesso, i “ladri” d’appartamento oggi non sono “ladri”. Nel senso che non agiscono nella consapevolezza che l’abitazione sia vuota, bensì, anzi, agiscono con la consapevolezza che la casa possa benissimo essere abitata (anche perché dalle finestre, le luci delle stanze e/o della televisione si vedono facilmente). Quindi, sono soggetti che mettono in conto di dover ingaggiare il padrone di casa per costringerlo, con la violenza o la minaccia, a consegnare quanto di valore abbia con sé. Quindi sono rapinatori, non ladri. E c’è una bella differenza.
La seconda valutazione è che spesso questi criminali sono molto giovani, in ottima forma fisica, forzuti insomma, agili, privi di scrupoli. Una combinazione letale che metterebbe in difficoltà anche una singola persona di pari età e condizione fisica, figurarsi una persona di 85 anni.
La terza valutazione è che, sempre dando credito alla ricostruzione della vittima (perché qui la vittima è una e una sola, ricordiamocelo, cioè il padrone di casa), l’incontro infausto è avvenuto quando i ladri si sono palesati nella camera da letto dove giaceva, assopito, il padrone di casa stesso. La conseguenza logica è che, arrivati a quella distanza, ormai risulta impossibile chiamare le forze dell’ordine, diversamente da quello che immaginano (e pretendono) le varie anime belle che sproloquiano sui mass media. Quando i ladri sono al tuo capezzale, i giochi purtroppo sono fatti e sono fatti non certo per colpa di chi a casa propria è il padrone. A quel punto si aprono due alternative: subire passivamente le “voglie” degli aggressori, sperando che non arrivino fino alla violenza fisica (cosa che, come sappiamo, è utopistica, anche solo perché non si è abbastanza svelti a consegnare la refurtiva), oppure reagire per salvarsi la vita e quella dei propri cari. Nel caso di specie, appare evidente che se il padrone di casa non avesse avuto la pistola sotto il cuscino, ma anche solo in una cassaforte, non sarebbe stato in grado di difendersi, vista l’età, la baldanza e, diciamocelo, la “cattiveria” (nel senso di mancanza di scrupoli) dei due “galantuomini”. È anche opportuno ricordare che per una persona di 85 anni, anche solo uno schiaffo violento può costituire un rischio di lesioni gravi e persino letali.
Ci permettiamo anche un’ultima considerazione: il fatto che uno dei rapinatori fosse destinatario di un provvedimento di espulsione non è un caso isolato, lo sappiamo tutti, ed evidenzia una volta di più la sostanziale incapacità del nostro Stato di garantire che gli stranieri che commettono delitti in Italia, vengano efficacemente espulsi dal nostro Paese. Oggi in Italia il decreto di espulsione è un pezzo di carta… igienica, visto a quanto serve in concreto.
Quindi: la legge è uguale per tutti e se l’85enne ha sbagliato qualcosa è giusto che questo venga stabilito in un opportuno procedimento giudiziario. Nel frattempo occorre separare nettamente la realtà quotidiana dalle utopie perbeniste e che la politica intervenga una volta tanto efficacemente, anziché demagogicamente, per far sì che in Italia un anziano non debba trovarsi nella condizione di dormire con la pistola sotto il cuscino consapevole che, prima o poi, gli servirà. Cosa che è appunto accaduta. Fintanto che questo non accadrà, i distinguo e i commenti perbenisti appaiono drammaticamente fuori luogo.
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Fonte: armietiro
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