Scozia: lupi contro il riscaldamento globale

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Scozia: lupi contro il riscaldamento globale

Da un po´ di giorni gira questa notizia su diverse testate, e non possiamo fare a meno di commentarla. Lo studio è dell’Università di Leeds, la quale afferma che basterebbe reintrodurre nelle Highlands scozzesi circa 200 lupi per ridurre il dissesto ecologico e mitigare il cambiamento climatico, molto gettonato ultimamente. Come? Favorendo la ricrescita delle foreste e quindi l’assorbimento della Co2 che qualche volta, sempre dicono loro, ci serve e altre volte no. Ma adesso entrano in campo i cervi scozzesi che, secondo gli studiosi, sarebbero troppi. Si calcola siano circa 400 mila e, nutrendosi di quello che cresce sulle colline, sempre secondo loro, non consentirebbero la crescita di alberi. E di conseguenza il ripristino delle foreste. I calcoli numerici tra numero di lupi e assorbimento Co2 con conseguente liberazione dai cieli del Regno unito dal carbonio ve li risparmiamo. Perchè il problema andrebbe visto da un´altra angolazione. Infatti, siccome la Gran Bretagna non tollerava i danni al bestiame e agli animali nelle ricche tenute e riserve di caccia, ha applicato il sistema degli abbattimenti nei confronti dei lupi. Che sono scomparsi dalle dolci e sinuose Highlands. Per cui è stata festa grande per i cervi, sempre scozzesi, che ci pascolano sopra e non sentono minimamente la mancanza dei lupi. Per cui la lotta si instaurerebbe tra coloro che ormai vivono proprio di cervi i quali, essendo cacciati nelle centinaia di tenute, danno introiti e soldi dei cacciatori stranieri. In più tonnellate di carne, pelli e altri parti utilizzate. Ma i salvamondo affermano che ci sarebbe, oltre che la diminuzione dei cervi predati dai lupi, anche la ricrescita delle foreste. Poi, questa è la migliore, si svilupperebbe l’ecoturismo. Ovvero masse di turisti accorrerebbero a vedere i lupi anzichè vedere solo e sempre cervi ovunque. Però adesso ci sono anche caprioli, volpi, grouse, anatre di tutti i tipi, rapaci notturni e diurni, oltre a lepri eccetera. E non dimentichiamo le tantissime pecore di razze pregiate che attualmente sono visibili ovunque. Che i turisti siano invogliati, col freddo che fa, a vedere i lupi, ce lo teniamo di scorta, quando potrebbero vedere invece tutti gli altri animali appena menzionati. In realtá la scomparsa delle foreste non è dovuta ai cervi che mangiano troppo, bensí alla deforestazione avvenuta al tempo dell’invasione degli antichi romani nell’isola. Pratica comune in tutte le terre conquistate da Roma. E in Scozia ne hanno abbattute circa la metà presenti allora, di foreste. Ma anche la povertà delle due guerre mondiali ha contribuito al loro sfruttamento eccessivo. E aggiungiamo che il vento costante, il fango e la pioggia, non lavorano molto a favore di eventuali rimboschimenti. Ma ultimamente le foreste scozzesi stanno ricrescendo, dati scientifici alla mano, e in un solo secolo si sono triplicate. Tornando alla densità forestale che era quella di circa 1.000 anni fa. Per cui non servono lupi, i cervi fanno un ottimo lavoro nei confronti dell’economia di quelle terre particolarmente fredde e ventose, la gente è contenta, ci lavora, produce e ci mancherebbe che si facesse infinocchiare da qualche salvapianeta nel riportare lupi e company che devasterebbero l’equilibrio che tanta fatica è costato rimettere in sesto. Dessero uno sguardo all’Italia. Che imparerebbero tanto sull’argomento…

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Fonte: armietiro
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