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Ricariche nei Tsn: Unarmi scrive all’Uits
L’associazione Unarmi ha scritto all’Uits e al comando del genio una missiva contenente alcune considerazioni circa la decisione, esplicitata qualche giorno fa con una circolare, assunta da parte del I comando infrastrutture (dal quale dipendono i Tsn di Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta) di vietare l’uso di munizioni ricaricate nei Tsn.
“A seguito dell’emanazione della circolare del I Reparto Infrastrutture del Genio e del successivo comunicato Uits”, si legge nel comunicato, “Unarmi rende noto di aver trasmesso all’Uits ed al Comando del Genio una serie di considerazioni riguardanti l’inesistente problema rappresentato dall’uso di munizionamento ricaricato nelle Sezioni del Tsn, che rischia di compromettere la praticabilità nell’ambito del Tsn di discipline nelle quali la ricarica è indispensabile, quale ad esempio il tiro con armi ex ordinanza, e più in generale l’utilizzo di qualsiasi arma camerata in calibri non più disponibili commercialmente.
Unarmi, oltre a non ritenere gli Enti coinvolti legittimati ad introdurre simili divieti senza una espressa facoltà stabilita dalla legge, ritiene infondata sia tecnicamente che giuridicamente la questione sollevata dalla circolare ed anzi esprime la preoccupazione che con la stessa logica possano a breve venire vietate anche le attività con armi ad avancarica. Le “soluzioni” ipotizzate nella circolare fanno oltretutto temere che la questione possa presto tramutarsi in una ennesima imposizione di nuovi oneri e costi ai danni dei tiratori italiani (già recentemente provati dal fortissimo incremento del costo del munizionamento) senza che vi sia alcuna concreta giustificazione o necessità e proprio in tal proposito l’Associazione ha voluto sottolineare la mancanza di dati reali sugli eventuali incidenti con munizionamento ricaricato nelle Sezioni del Tsn, che sarebbe stato doveroso raccogliere ed analizzare prima di introdurre divieti così netti e pesanti.
Il Tsn rappresenta una Istituzione che da anni manifesta numerose problematiche che ne hanno minato fortemente l’opinione tra i tiratori italiani e certamente questa ulteriore questione non contribuirà a un loro riavvicinamento né giova, in generale, alla sua immagine.
L’Unarmi si augura quindi che gli Enti interessati vogliano risolvere la questione applicando i più elementari criteri di buonsenso e ragionevolezza, a prioritaria tutela dello sport e degli sportivi italiani”.
Per quanto riguarda il merito della circolare del I reparto infrastrutture, Unarmi nella missiva inviata all’Uits specifica che “sarebbe stata opportuna, anzi doverosa, una preventiva disamina sull’eventuale reale esistenza di incidenti con uso di munizioni ricaricate; alla luce dell’assetto normativo e regolamentare vigente, sussistono più che fondati dubbi in merito alle concrete facoltà in capo al Genio, ovvero all’Uits, di imporre limitazioni come quelle già di fatto disposte dal I Reparto Infrastrutture e che risultano in vigore anche in Sezioni del TSN sotto altra competenza territoriale; già da molti anni in moltissime Sezioni del TSN i soci che utilizzano munizioni ricaricate sono tenuti a
dichiararlo prima delle esercitazioni, assumendosi ogni responsabilità e manlevando allo stesso tempo le Sezioni stesse in caso di eventuali danni causati da incidente. Desta di conseguenza fortissime perplessità il fatto che tale soluzione, ritenuta da decenni giuridicamente valida ed efficace (e tuttora applicata nella maggioranza delle Sezioni), venga oggi messa in discussione dichiarandone in sostanza addirittura la totale inefficacia ed invalidità; qualsiasi preoccupazione in merito alla sicurezza dei tiratori che si trovassero in prossimità di un qualsiasi ipotetico incidente causato da errata ricarica è ampiamente arginabile con idonee paratie che delimitino le piazzole di tiro; qualora le preoccupazioni del I Reparto Infrastrutture fossero invece più concentrate sul rispetto dei livelli energetici prescritti dal Cip, appare banalissima e decisamente economica la soluzione secondo la quale possa imporsi una prova a campione del munizionamento ricaricato presso una postazione di tiro dotata di cronografo, di modo da poter valutare prima dell’esercitazione l’energia media e la costanza del munizionamento ricaricato, come peraltro condivisibilmente proposto nella circolare in oggetto; le arbitrarie disposizioni del I Reparto Infrastrutture nella sostanza impediranno l’uso di tutte le armi camerate in calibri non disponibili commercialmente, mettendo conseguentemente a rischio l’esistenza di intere
discipline sportive come, ad esempio, il tiro con armi ex-ordinanza; la totale illogicità delle disposizioni in oggetto lasciano anche ragionevolmente prevedere che ulteriori divieti potrebbero essere presto adottati per impedire l’uso delle armi ad avancarica (ed a maggior ragione, posto che di queste per definizione non si può garantire in alcun modo l’impossibilità di caricamenti errati); ferma restando non solo l’assoluta assenza di divieti, come da tempo rilevato nella circolare ministeriale citata nella circolare del I Reparto Infrastrutture, il complesso delle norme vigenti ed in particolare di quelle che disciplinano l’acquisto ed il deposito di sostanze esplodenti consente e legittima senza dubbio alcuno
l’attività di ricarica delle munizioni da parte dei privati e non si comprende per quali scopi un tiratore sarebbe pienamente legittimato a ricaricare le proprie munizioni se non per farne uso anzitutto nelle strutture gestite dallo Stato. Le asserzioni giuridiche del I Reparto Infrastrutture appaiono di conseguenza del tutto inconsistenti ed infondate, quando non palesemente pretestuose. Altrettanto pretestuosa (e in più occasioni smentita dai ritiri
di interi lotti) appare, inoltre, l’assoluta confidenza nelle garanzie di costanza e correttezza dei caricamenti commerciali, a scapito di quelle caricate dai privati, così come paradossale appare l’affermazione secondo la quale “ogni cartuccia è sottoposta a severi test di conformità prima dell’immissione in commercio”; al contrario non si rinviene alcun fondamento giuridico alla base della maggior parte delle proposte esplicitate nella circolare in oggetto, a cominciare dall’individuazione dei soggetti che dovrebbero erogare corsi
e/o rilasciare attestazioni ed a maggior ragione della validità di detti corsi e/o attestazioni; in relazione a quanto sopra, ci si domanda inevitabilmente quali ulteriori costi (ed a beneficio di chi) i tiratori dovrebbero sostenere per la frequentazione dei corsi ed il rilascio delle abilitazioni proposte”.
dichiararlo prima delle esercitazioni, assumendosi ogni responsabilità e manlevando allo stesso tempo le Sezioni stesse in caso di eventuali danni causati da incidente. Desta di conseguenza fortissime perplessità il fatto che tale soluzione, ritenuta da decenni giuridicamente valida ed efficace (e tuttora applicata nella maggioranza delle Sezioni), venga oggi messa in discussione dichiarandone in sostanza addirittura la totale inefficacia ed invalidità; qualsiasi preoccupazione in merito alla sicurezza dei tiratori che si trovassero in prossimità di un qualsiasi ipotetico incidente causato da errata ricarica è ampiamente arginabile con idonee paratie che delimitino le piazzole di tiro; qualora le preoccupazioni del I Reparto Infrastrutture fossero invece più concentrate sul rispetto dei livelli energetici prescritti dal Cip, appare banalissima e decisamente economica la soluzione secondo la quale possa imporsi una prova a campione del munizionamento ricaricato presso una postazione di tiro dotata di cronografo, di modo da poter valutare prima dell’esercitazione l’energia media e la costanza del munizionamento ricaricato, come peraltro condivisibilmente proposto nella circolare in oggetto; le arbitrarie disposizioni del I Reparto Infrastrutture nella sostanza impediranno l’uso di tutte le armi camerate in calibri non disponibili commercialmente, mettendo conseguentemente a rischio l’esistenza di intere
discipline sportive come, ad esempio, il tiro con armi ex-ordinanza; la totale illogicità delle disposizioni in oggetto lasciano anche ragionevolmente prevedere che ulteriori divieti potrebbero essere presto adottati per impedire l’uso delle armi ad avancarica (ed a maggior ragione, posto che di queste per definizione non si può garantire in alcun modo l’impossibilità di caricamenti errati); ferma restando non solo l’assoluta assenza di divieti, come da tempo rilevato nella circolare ministeriale citata nella circolare del I Reparto Infrastrutture, il complesso delle norme vigenti ed in particolare di quelle che disciplinano l’acquisto ed il deposito di sostanze esplodenti consente e legittima senza dubbio alcuno
l’attività di ricarica delle munizioni da parte dei privati e non si comprende per quali scopi un tiratore sarebbe pienamente legittimato a ricaricare le proprie munizioni se non per farne uso anzitutto nelle strutture gestite dallo Stato. Le asserzioni giuridiche del I Reparto Infrastrutture appaiono di conseguenza del tutto inconsistenti ed infondate, quando non palesemente pretestuose. Altrettanto pretestuosa (e in più occasioni smentita dai ritiri
di interi lotti) appare, inoltre, l’assoluta confidenza nelle garanzie di costanza e correttezza dei caricamenti commerciali, a scapito di quelle caricate dai privati, così come paradossale appare l’affermazione secondo la quale “ogni cartuccia è sottoposta a severi test di conformità prima dell’immissione in commercio”; al contrario non si rinviene alcun fondamento giuridico alla base della maggior parte delle proposte esplicitate nella circolare in oggetto, a cominciare dall’individuazione dei soggetti che dovrebbero erogare corsi
e/o rilasciare attestazioni ed a maggior ragione della validità di detti corsi e/o attestazioni; in relazione a quanto sopra, ci si domanda inevitabilmente quali ulteriori costi (ed a beneficio di chi) i tiratori dovrebbero sostenere per la frequentazione dei corsi ed il rilascio delle abilitazioni proposte”.
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Fonte: armietiro
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