Eolico “buono”, ponte sullo stretto “cattivo”…

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Eolico “buono”, ponte sullo stretto “cattivo”…

Dopo una fase di perplessità, l’espandersi dei parchi eolici ha scatenato un vero e proprio rifiuto quasi ovunque vengano proposti. Dagli abitanti dei luoghi, dai sindaci e dai diversi utilizzatori del territorio interessato. Per l’impatto visivo, il rumore, l’altissimo degrado e stravolgimento dei territori dove vengono posate le torri, determinato da disboscamenti, apertura di strade nei boschi, sui crinali e in posti inaccessibili devastati per la costruzione delle piattaforme in cemento delle basi, i grandi scavi per passaggio dei cavi verso le centrali di accumulo o di distribuzione. Oltre al continuo passaggio dei mezzi pesanti per il montaggio e manutenzione. La loro vita utile, poi, non è eterna: dopo relativamente pochi anni (circa 20) vanno sostituite, pale o rotori, con altri con nuove tecniche o specifiche. È di questi giorni un bando di concorso internazionale dell’Enel per la progettazione di turbine eoliche innovative, più integrate con l’ambiente. A noi dà l’impressione che si faccia la corsa a una grande abbuffata, molto conveniente specialmente per chi le produce e le vende. A fronte del fatto che la gente non vede dopo l’istallazione cambiamenti vistosi nel costo dell’energia pagata in loco. Nello sponsorizzarle le associazioni animaliste fanno a gara a chi le santifica di più, sminuendo con messaggi mediatici, di cui sono spesso padri-padroni, le critiche che vengono mosse. Tipo, ed è l’aspetto che ci interessa, lo sterminio di fauna alata, insetti e animali notturni, tipo pipistrelli, attirati dai vortici di insetti appunto. Questo aspetto non è contestabile, perché ci sono video, e validissime ricerche di enti specialmente americani, che lo testimoniano. Solo in questo ultimo periodo si sono ribellati alle istallazioni l’Emilia Romagna, definendo le istallazioni con le parole di Appennino Sostenibile “il più grande scempio ambientale e paesaggistico di questi territori”. La concomitante Toscana non è da meno. Uguale tra Gagliole e San Severino. No della Toscana al parco eolico di Scansano, della Val Bormida eccetera. Ma il bello è che, ribadendo la santificazione di tali impianti da parte del Wwf, per quello che riguarda il ponte sullo stretto, che farebbe guadagnare alla bellissima Sicilia un posto degno nel panorama europeo unita finalmente in nemmeno 40 minuti con il resto dell’Italia, lo stesso Wwf, assieme a Greepeace e Legambiente, ne denunciano i gravi impatti ambientali. Si unisce anche la Lipu per non rimanere indietro, denunciando che rappresenta, lo stretto, “una delle più importanti rotte migratorie degli uccelli tra Euroasia e Africa…e il ponte causerebbe la strage di migliaia di individui per collisione e la distruzione degli habitat prioritari”. Tralasciando le altre scuse patetiche vorremmo ricordare che il ponte sarà, proprio per questo, molto illuminato ed è un’opera statica. Per cui facilmente evitabile dagli uccelli che di notte, invece, sono altamente falciati dalle pale delle turbine che, non illuminate se non sulle punte, ruotano, ovvero si muovono e di notte sono impossibili da evitare. Prendiamo atto della pretestuosità di tante manifestazioni di protesta cercando di nascondere per convenienza varia, infilando la testa sotto la sabbia, il sorgere di altrettanti pericoli per la fauna che mai, sottolineiamo mai, hanno voluto ammettere.

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Fonte: armietiro
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