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Australia: più armi oggi rispetto a trent’anni fa!
Un articolo pubblicato su “The Australia institute” evidenzia un vero e proprio paradosso nella lontana Australia: dopo trent’anni di continui inasprimenti delle normative in materia di armi legalmente detenute, a partire dal famoso massacro di Port Arthur del 1996, sembra che in realtà il numero di armi circolanti nel Paese sia aumentato anziché diminuire. Secondo lo studio, tra l’altro, la diffusione delle armi non riguarda solo le aree rurali, perché un terzo del totale si troverebbe in grandi città come Sydney, Newcastle e Wollongog.
Secondo l’indagine, mediamente un titolare di licenza per armi da fuoco possiede più di 4 armi ma, soprattutto, la differenza nella normativa dei differenti Stati australiani non riesce a rispondere con la medesima efficacia al controllo sulle armi, in termini di trasparenza dei dati. In pratica è il solo Nuovo Galles del Sud a rendere disponibili dati completi sulla proprietà di armi. La differenza nelle normative degli Stati determina che alcune tipologie di armi sono illegali in un luogo ma non nell’altro. Alice Grundy, responsabile della ricerca dell’Australia institute, ha commentato: “l’Australia ha la reputazione di avere una buona regolamentazione delle armi da fuoco, dopo Port Arthur, ma con l’aumento del tasso di proprietà pro capite e una mancanza di coerenza e trasparenza in tutto il Paese, le scelte politiche stanno creando condizioni pericolose per i cittadini”. Per contro, il sondaggio condotto dal medesimo istituto evidenzia come tre cittadini australiani su quattro siano favorevoli a maggiori restrizioni sul possesso di armi.
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Fonte: armietiro
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