Armi da tiro news da Armi e Tiro
Altro che bacche e radici…
È stato recentemente pubblicato uno studio svolto da un team di Antropologi delle Università israeliana di Tel Aviv e portoghese di Minho, che stabilisce con sicurezza che i nostri antenati sapiens erano considerati predatori all’apice della catena alimentare, poiché basavano tutta la loro alimentazione sulla carne. Per cui, al contrario di quanto si dice da decenni, già in epoca preistorica l’Homo Sapiens dominava l’ecosistema globale essendo appunto un predatore seriale in cerca proprio…di carne da mangiare. Manco a dirlo il loro modo di procurarsela era cacciare regolarmente prede molto grandi, come mammuth e mastodonti, ovvero grosse prede con ingenti quantità di carne commestibile. Questa ricerca cozza completamente con la convinzione, molto radicata, relativa al fatto che in epoca preistorica i sapiens sarebbero stati prevalentemente raccoglitori e solo secondariamente cacciatori. Ovvero che alternavano a rare prede, magari sottratte ad altri predatori, grosse quantità di frutta e bacche che raccoglievano in giro evitando pericoli e inconvenienti a rischio vita. I ricercatori hanno affermato che “Il nostro corpo conserva la memoria di questa dieta”. Lo afferma Miki Ben-Dor, che è l’autore principale delle studio. Infatti gli esseri umani recano adattamenti che sono specifici dei predatori, per cui si sono adattati nel tempo a questo modo di procurarsi il cibo. Lo evidenzia il nostro stomaco acido atto a digerire la carne, la possibilità di accumulare scorte di grassi come fanno i carnivori, un metabolismo che è costruito per generare energia dai lipidi. È stato anche accertato che nelle glaciazioni le popolazioni utilizzavano strumenti molto innovativi per costruire strategie di caccia collettive per cercare di catturare prede molto grandi. Proprio per questo, studi su isotopi e denti fossili, confermano che la carne era l’elemento centrale della loro alimentazione. La componente vegetale, al contrario di quanto si vorrebbe vedere nell’umano di oggi, era minimamente marginale. E possiamo immaginarlo, in quanto con poca carne si potevano accumulare, grazie alle sue proteine, grassi atti a far superare temperature invernali che non si potevano contrastare se non con pelli e vicinanza serrata di altri simili. Al contrario delle verdure che richiedevano troppo tempo per essere assimilate. E altrettanto grandi quantità di esse per ottenere gli stessi risultati della dieta carnivora. Arrivando al paleolitico, circa 12.000 anni fa, con la scomparsa dei grandi erbivori, iniziò una rudimentale agricoltura proprio per la difficoltà di proseguire tale tipo di alimentazione. Si cominciò quindi una dieta più varia, in cui cominciarono a entrare prodotti vegetali. Al contrario di quanto si possa pensare, sottolineano i ricercatori, non dobbiamo cercare di duplicare il tipo di alimentazione dei nostri antenati, ma comprendere e conoscere la nostra biologia e il vero ruolo che abbiamo avuto nell’ambiente. E questo riconferma anche l’istinto della predazione, che magari sopravvive molto di più in certi individui moderni rispetto ad altri. Che non è, come veniamo accusati noi cacciatori, una smania di uccidere. Ma soltanto un retaggio delle nostre origini. E che la dieta vegana o vegetariana, che vorrebbero farci assumere a forza come unica alimentazione, rimane sempre una via secondaria che dovrebbe ancora oggi, visto la nostra costruzione fisica e metabolica, unirsi a una dieta moderatamente proteinica proveniente da carni animali. Una caccia sostenibile procura, a noi stessi e a chi vuole unirsi a noi, proprio questa possibilità. Con animali sani, e non sofferenti gli strazi degli allevamenti intensivi odierni.
L’articolo Altro che bacche e radici… proviene da Armi e Tiro.
Fonte: armietiro
Leggi tutto l’articolo sul sito “Armi e tiro”: Altro che bacche e radici…