Lupo: Ispra redige i piani di abbattimento

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Lupo: Ispra redige i piani di abbattimento

L’Ispra ha reso noti i suoi protocolli in cui si stabiliscono le quote di esemplari della specie lupo che sarebbe possibile abbattere nelle varie regioni. Naturalmente si fa riferimento a un massimo di lupi abbattibili, che oscillerebbe tra il 3 e il 5%. Da ciò deriverebbero mediamente circa 100-160 capi. Regione per regione, ciascuna avrà la sua quota, per cui il Trentino ne potrà prelevare 3-5, l’Alto Adige 1-2, la Toscana tra i 13 e i 22, il Piemonte 10-17, l’Emilia Romagna tra i 9 e 15 capi, con altre regioni ancora che hanno anche loro un montante capi assegnato. Tutto questo non rappresenterà una caccia libera. Anzi nemmeno si può parlare attualmente di caccia. L’attività, se ci sarà, probabilmente sarà affidata ai corpi forestali o altri soggetti delegati dalle autorità. E questo ce lo auguriamo, in quanto tale compito ci metterebbe nel “registro degli indagati” come coloro che non vedevano l’ora di mettere un fucile addosso alla specie lupo. Ciò non togliendo che sicuramente selecontrollori qualificati, e di assoluta capacità di tiro in ogni condizione e ce ne sono tantissimi, sarebbero coloro che potrebbero fare meglio in tutti questi prelievi. Ma non è quello che ci interessa. La cosa più importante è che si cominci a vedere il lupo come un animale sottoposto alle stesse selezioni che caratterizzano tutte le altre specie presenti in Italia. Ovvero, che si rompa l’assoluta visione animalista e pseudoromantica di questo animale. Che sta decimando la classe dei piccoli di tutti gli ungulati presenti in Italia. Per cui nessuna predazione equilibrata, ma rivolta solo a destabilizzare le classi di età. Come se noi cacciatori abbattessimo solo maschi o solo femmine. Inoltre, come abbiamo detto molte altre volte, il lupo ha perfettamente acquisito e trasmesso alle generazioni venute alla luce l’assoluta indifferenza nei confronti dell’uomo. Cosa che lo porta con sfacciataggine assoluta a predare nelle case e dintorni, nei paesi e a passeggiare dappertutto sentendosi intoccabile. Non parliamo di danni per non allungare il discorso. Ma i rimborsi, come sempre, sono pochi e spesso non riconosciuti. Inoltre lunghi nei tempi e mai totalmente coprenti i danni effettivi. Naturalmente, come ogni favola che si rispetti, gli animalisti delle varie sigle, anche quelle che non c’entrano un fico secco con la fauna, stanno già cercando di portare il problema di nuovo al Tribunale dell’Unione Europea per cercare di far tornare indietro il provvedimento. Nel frattempo le decisioni dell’Ispra sul lupo sono state considerate “intelligenti” anche dal biologo Luigi Boitani, specialmente nel punto nel quale si delegano gli abbattimenti sul territorio nazionale, e non da gestire solo dalle singole regioni. Ricordiamo che in Svizzera, e precisamente nei Grigioni, nel Vallese, nel canton Vaud e San Gallo, sono stati abbattuti tra dicembre 2023 e gennaio 2024 ben 50 lupi. Le direttive inoltre sono molto chiare. “Bisogna generare un effetto dissuasivo. I lupi devono essere abbattuti direttamente nel branco, preferibilmente in prossimità di greggi, insediamenti o aree frequentate dall’uomo. Gli abbattimenti in luoghi privi di tale effetto educativo devono essere evitati”. Giustamente questo deve essere il senso di tali operazioni: dissuasione assoluta nei confronti degli umani e dei loro interessi vitali.

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Fonte: armietiro
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