Orsi in trasferta

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Orsi in trasferta

Come si ricorderà l’orsa Jj4 si rese responsabile nel 2023 dell’uccisione di Andrea Papi. Nello sfortunato incontro il ragazzo perse la vita in maniera tragica e l’orsa fu assunta come una povera vittima che non poteva fare altro che quello. Interessata da un provvedimento di abbattimento dalla giunta Fugatti, ha poi visto una vera e propria battaglia per la sua sopravvivenza da parte dell’animalismo intero. Per cui è stata rinchiusa nel centro faunistico del Casteller. Successivamente poi bombardata dall’interessamento morboso delle varie associazioni, che ne hanno sempre chiesto lo spostamento nel famoso, per loro, zoo dei castrati disponibile in quel di Zarnesti, in Romania. Che, lo ripetiamo, è formato da un area di circa 80 ettari nei quali ci sarebbero 120 orsi. Quindi un orsificio in piena regola. Oltretutto i maschi sono tutti castrati: quelli problematici, ovvero selvatici, sono tenuti separati. Per cui ognuno nella propria gabbia. Il resto di quelli che convivono insieme spesso sono provenienti da zoo privati, circhi, strutture ormai chiuse per cui abituati alla cattività. Quindi una vera prigione per un orso selvatico come Jj4. Che, ribadiamo, non ha nemmeno al Casteller un’adeguata sistemazione. La provincia di Trento, nella persona dell’assessore Roberto Failoni, ha deciso il trasferimento dell’animale nella struttura di accoglienza situata nella Foresta Nera, in Germania. L’Alternativer Wolf-UndBarenpark Schwarzwald ha confermato la notizia, precisando che sarà accolta in un apposito recinto esterno adeguato “con i più alti standard di sicurezza, nel quale verrà custodita Jj4, lontano dai percorsi dei visitatori”. Failoni ha dichiarato: “ancora una volta si dimostra la trasparenza della Provincia nella gestione degli orsi”. La struttura si estende per 10 ettari, ma contiene soltanto 9 orsi. Quindi molto meno affollato, ma soprattutto lontano dalle folle curiose e dalle sterilizzazioni. Nel frattempo nella nostra bella Europa, votata alla protezione e salvaguardia di molte specie, viaggiano diverse ramificazioni protezionistiche. Accettando sfoltimenti, o meglio abbattimenti, di specie iconiche da certi Paesi, ma non da altri. Ultima la Svezia, che ha quantificato in circa 500 esemplari la quantità di orsi abbattibili dalla caccia per questa stagione. Ricordiamo che dagli anni Venti, grazie a un’attenta gestione, l’orso bruno è ritornato a numeri con picchi fino a 3.300 individui. Solo lo scorso anno ne sono stati abbatuti 722. Quest’anno un po’ meno quelli concessi. In Romania, dopo la fallimentare gestione della chiusura della caccia agli orsi bruni, hanno visto crescere aggressioni mortali, aggressioni con ferite e problemi analoghi arrivando a contenerne circa 8.000 sul territorio. Cosa che ha spinto il Presidente Klaus Iohannis a promulgare per il 2024, dopo l’ultima uccisione di una giovane proprio da un orso, l’abbattimento programmato di 426 esemplari. La situazione era diventata insostenibile anche perché amplificata dal comportamento insensato, ma molto vicino al nostro italico, di dar da mangiare agli orsi sulle strade da parte di cittadini e turisti. Passando alla Slovenia, sempre facente parte dell’Europa, dei suoi circa 800 esemplari ne farà abbattere, in cacce regolari e accompagnate, ben 176. Finiamo con la Finlandia che concede anch’essa una moderata parte di orsi in abbattimento e ne commercializza regolarmente la carne in diversi ristoranti autorizzati. Cosa più che normale, in quanto sarebbe un vero peccato non usufruire delle spoglie. Quindi quello che colpisce tra la nostra visione ursina e in genere faunistica e quella Europea è la disponibilità ossequiosa della politica nostrana nei confronti dell’animalismo militante. Al contrario delle altre nazioni europee dove le proteste animaliste sono ugualmente presenti, ma non così assecondate da una politica paurosa di perdere per strada qualche minimo consenso.

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Fonte: armietiro
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